“I due cavalli” di Lev Tolstoj con finale di Giovanni Beani


Due CavalliVisto che Brunero Baldacchini, Direttore Generale Azienda USL12 di Viareggio, ha letto e distribuito la favola di Tolstoj “I due cavalli” alla “Conferenza dei servizi 2013”, mi sono permesso, molto poco umilmente, di aggiungere un mio finale allo scritto del grande Tolstoj considerando anche che l’Assessore Marroni ha detto: “La sanità toscana si trova a far fronte a una riduzione consistente di risorse, nel momento in cui il bisogno socio-sanitario della popolazione tende ad aumentare. La sfida è generare più ‘valore’ per la popolazione con le risorse di cui disporremo.”…

Due cavalli tiravano ognuno il proprio carro. Il primo cavallo non si fermava mai; ma l’altro sostava di continuo. Allora tutto il carico viene messo sul primo carro. Il cavallo che era dietro e che ormai tirava un carro vuoto, disse sentenzioso al compagno:
– Vedi? Tu fatichi e sudi! Ma più ti sforzerai, più ti faranno faticare.
Quando arrivarono a destinazione, il padrone si disse:
– Perché devo mantenere due cavalli! Mentre uno solo basta a trasportare i miei carichi? Meglio sarà nutrir bene l’uno, e ammazzare l’altro; ci guadagnerò almeno la pelle del cavallo ucciso!
E così fece.
(Lev Tolstoj)

Passato qualche giorno al cavallo rimasto scoppiò letteralmente il cuore, stroncato dalla fatica e dal troppo peso che doveva trascinare da solo. Il padrone, senza più cavalli, non poté più trasportare i suoi carichi e perse il lavoro finendo in miseria e morendo di fame. (Giovanni Beani)

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